Corsi di preparazione al Matrimonio nel 2025

I nostri corsi prematrimoniali del 2025

Redazione Parrocchia San Gaetano 12/11/2024 0

Il matrimonio è un lungo viaggio che dura tutta la vita! (Papa Francesco).

Anche per il 2025 la Parrocchia San Gaetano organizzerà il corso di preparazione al Matrimonio in due modalità diverse.

  • Un corso intensivo durante un fine settimana (dal venerdì alla domenica) presso la casa di Spiritualità “Convento Santa Maria Seconda” a Morlupo (RM).
    Il corso permetterà ai fidanzati di ottenere l'Attestato di partecipazione utile per contrarre matrimonio in chiesa con rito cattolico e avrà la durata di 3 giorni, dal venerdì pomeriggio alle ore 17:00, alla domenica pomeriggio alle 17.00.
  • In alternativa, le coppie potranno partecipare al corso che si terrà in Parrocchia in 10 incontri settimanali a partire da lunedì 20 gennaio alle ore 21. Per iscriversi, sarà sufficiente contattare la parrocchia.

Per quanto riguarda il corso intensivo a Santa Maria Seconda, abbiamo previsto 3 corsi, così da permettere ai fidanzati di scegliere il fine settimana più comodo per loro:

FEBBRAIO
, da ven. 28/2 a dom. 2/3 (posti esauriti)
MARZO, da ven. 28/3 a dom. 30/3 (posti esauriti)

APRILE, da ven. 25/4 a dom. 27/4

Vi invitiamo a scaricare e leggere il materiale sottostante e a compilare il modulo di iscrizione inviandolo come riportato nell'informativa.

Volantino illustrativo del Corso di preparazione al Matrimonio 2025

10/09/2024

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Informativa generale sul Corso di preparazione al Matrimonio 2025

10/09/2024

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Modulo di iscrizione al Corso di preparazione al Matrimonio 2025

10/09/2024

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Redazione Parrocchia San Gaetano 02/04/2024

Credere oggi: Io Credo

28/02/2024

Perché il CREDO, pur essendo, liturgicamente, una professione di fede che ci lega tutti, ha come soggetto io?
Perché, prima di tutto, credere è un atto individuale e, in aggiunta, perché il credere è qualcosa di strettamente legato all’identità della persona, riguarda la natura dell’essere umano: è una caratteristica antropologica.

La fede non è un’idea, ma è riporre la propria fiducia nella concretezza: “… ciò che noi abbiamo udito, ciò che noi abbiamo veduto con i nostri occhi, ciò che noi abbiamo contemplato e ciò che le nostre mani hanno toccato, … noi lo annunziamo anche a voi, perché anche voi siate in comunione con noi. La nostra comunione è col Padre e col Figlio suo Gesù Cristo. Queste cose vi scriviamo, perché la nostra gioia sia perfetta.” Così i primi versetti della Prima lettera di Giovanni, passo di riferimento dell’IO CREDO.
Noi crediamo per avere una vita piena e, affidando la nostra vita a Gesù, per raggiungere la gioia perfetta.

Nelle riflessioni che seguono cercheremo di rispondere alla domanda: - Che cosa significa credere?
Come esseri umani siamo dotati, oltre che di un’intelligenza “funzionale”, di consapevolezza del nostro essere. Siamo dotati di un’interiorità, di una coscienza, che vive in continua tensione. Tensione generata dalla continua ricerca di risposte a domande, quali:

  • Chi sono io?
  • Da dove vengo?
  • Verso dove sto andando?
  • Qual è il senso della mia vita?
  • Come posso essere felice?
  • Qual è il senso della storia?
  • E se tutto finisse con la morte?
  • Vale la pena vivere come ora sto vivendo?

Nessun altro essere vivente è in grado di porsi domande del genere.
L’essere umano è un essere spirituale e, tale dimensione spirituale è una realtà insopprimibile. L’essere umano trascende sé stesso, non vuole limitarsi al “QUI e l’ORA”, ha un “orientamento originario verso la trascendenza” come affermato dal teologo Karl Rahner.

La religione è quella che dà forma e contenuto alle domande principali dell’essere umano.
Dio ci viene incontro con il futuro, ci dice che c’è un DOMANI che supera il “QUI e l’ORA”.

Credere è un atto di fiducia dell’IO promesso da Gesù. Abbiamo fiducia nelle risposte che Gesù dà alle domande principali. Dio non permetterà che la nostra vita vada dissolta nel nulla, ci promette, in prospettiva, che nulla della nostra vita andrà perduto.

In conclusione, “IO CREDO in DIO” è la relazione da sperimentare basata sulla fiducia nella promessa di vita che Dio ci fa in Cristo.

Per approfondire:

  1. Karl Rahner, “Corso fondamentale sulla fede”, Paoline Roma 1977;
  2. Benedetto XVI, Udienza generale del 17 ottobre 2012 (https://www.vatican.va/content/benedict-xvi/it/audiences/2012/documents/hf_ben-xvi_aud_20121017.html);
  3. Benedetto XVI, Udienza generale del 24 ottobre 2012 (https://www.vatican.va/content/benedict-xvi/it/audiences/2012/documents/hf_ben-xvi_aud_20121024.html)
  4. Johann Baptist Metz, “Un credo per l'uomo d'oggi”, Queriniana, 1976

Paolo Colangeli

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Supplica Madonna di Pompei
Mercoledì 8 maggio, alle ore 12, reciteremo insieme la supplica alla Madonna di Pompei.
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Credere oggi: riflessione introduttiva

24/01/2024

L’esigenza del credente è quella di essere sempre in cammino. Nel percorso che inizia con questo primo incontro introduttivo, vedremo cosa succede lungo questo cammino. Scopriremo che noi crediamo diversamente da come credevano i primi cristiani e, stesso noi, ora crediamo differentemente rispetto a come credevamo da adolescenti.

Se qualcuno ci chiedesse: - Mi dici in parole semplici che cosa vuol dire per te credere? -, noi, come risponderemmo? La risposta è il CREDO, sintesi della fede e di ciò che crediamo. Il CREDO è il simbolo del credente. Il simbolo, con riferimento all'uso dell'antica Grecia, era il mezzo di riconoscimento che si otteneva spezzando irregolarmente in due parti un oggetto, in modo che il possessore di una delle due parti potesse farsi conoscere facendole combaciare.

Con il CREDO noi rappresentiamo quella metà che vuole ricongiungersi con l’altra metà del simbolo che è Dio. Ma il CREDO, per la sua formulazione attuale, è poco comprensibile e distante dalla vita attuale. La nostra fede va espressa in nuovi termini. Occorre ripensare e ridire la fede.

L’esigenza condivisa è ritornare consapevolmente alla fede, intesa come relazione viva con un Dio vivo. In un mondo che ha perso il senso di Dio, che soffre di indifferenza a Dio e in cui il linguaggio e il messaggio cristiano sono irrilevanti, il percorso che oggi iniziamo coglie l’urgenza di declinare in maniera nuova la nostra fede ripensando alla nostra relazione con Dio.

Paolo Colangeli

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